Galleria Mazzini

Categoria: Via

Denominazione Galleria Mazzini

Denominazione originale: Galleria Mazzini

Ubicazione

Circoscrizione: Centro

Indirizzo: Galleria Giuseppe Mazzini

 

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Notizie storiche

Secolo: XIX

Data: 1874-76

Uso storico: passage

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Annotazioni/Descrizione

La Galleria Giuseppe Mazzini è un camminamento coperto situato nel centro di Genova – sestiere Portoria – in prossimità del Teatro Carlo Felice e di piazza De Ferrari. Intitolata al patriota Giuseppe Mazzini, corre parallela a via Roma, sull'esempio dei famosi passages parigini. Ogni anno ospita – nei periodi pasquale e natalizio - la Fiera del libro, inoltre, ogni mercoledì e giovedì del mese, vi si svolge la Fiera dell'antiquariato. I lavori per la Galleria Mazzini iniziarono il 26 luglio 1874 e terminarono nel 1876 con la posa degli arredi in bronzo fatti fondere a Berlino: si notino in alto sotto la cupola vetrata i quattro Giano angolari (Giano Bifronte è la divinità antico romana simbolo di Genova), e sotto a questi i quattro lampadari con lo stemma di Genova. All'inizio degli anni novanta dello scorso secolo, in occasione delle Colombiadi, ne fu rifatta la pavimentazione togliendo le originarie lastre di pietra degli anni settanta del 1800 e sostituendole con altre in cemento, alle quali sono state successivamente aggiunti alcuni disegni a mosaico con figure astratte.

La Galleria Mazzini divenne luogo di ritrovo di intellettuali e personalità illustri dell'Ottocento, grazie ai locali posti al suo interno. Fra questi, i più famosi sono: il Ristorante della Posta (gestito da Pippo Luce), la Birreria Zolezi (aperta nel 1877), il Caffè Roma (importante salotto di Genova), la libreria Moderna di Giovanni Ricci (uno dei principali ritrovi della scapigliatura locale). Le sorti della galleria sono anche legate a quelle del Teatro Carlo Felice: a partire dalla sua costruzione fino alla seconda guerra mondiale la galleria godette del passaggio degli spettatori dell'opera e del mondo che le ruotava attorno. Questo favore lo perse con la distruzione del teatro a causa dei bombardamenti: la galleria entrò così nell'oblio fino alla fine degli anni ottanta del novecento, momento in cui venne inaugurato il nuovo edificio ospitante il teatro e anche per la galleria iniziò un periodo di rinascita.

 

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Bibliografia

• F. Alizeri, Guida illustrativa del cittadino e del forestiero per la città di Genova e sue adiacenze, 1875, Ed. Luigi Sambolino, p. 272: (...) a gran fatica di picche e di vanghe si va spianando per lo traverso di Piccapietra, finchè non s'arresti ove s'arresta il compagno. E siccome la prima retta procede ai termini dell'Acquasola, e corre a confondersi con altra strada, così non è certo che la seconda, o sia passaggio come diciam di soccorso, o galleria di riparo siccome s'annunzia, stia paga a quel punto onde ha tolte le mosse, o piottosto non voglia indietreggiarsi a sua volta, e trovare l'aperto sulle rovine del tempio testè perlustrato. (...)

• G. Ottonelli, Vedute e descrizioni della vecchia Genova, 1973, Valenti Editore, pp146-157: (...)Se Portoria, il cuore di Portoria, era eminentemente popolare, legato alla tradizione cara alla gente semplice, il centro via Roma-Galleria Mazzin divenne tra gli anni '70 del secolo passato [1800] e i primi anni venti di questi [1900], un centro di incontri e di mondanità. (...) Scavando nel tufo della collina fu pure realizzata la Galleria Mazzini che, con la via Roma, venne ad interrompere il vico dei Tintori ed il vico della Fucine, i quali giungevano fino alla salita di Santa Caterina. (...) Tuttavia, la «vittima» più illustre dell'apertura di via Roma fu la chiesa di San Sebastiano che aveva il suo ingresso dall'omonima via ed il suo corpo si allungava fino a lambire, con la parte absidale, la galleria Mazzini. (...) Camillo Sbarbaro che in «Trucioli» lascia: Ho visto Susanna uscire da Pippo. [Ristorante della Posta in Galleria Mazzini] (...). Sbarbaro appunto ci introduce in un mondo nuovo, una nuova parentesi di cultura e di civiltà, vissuta da letterati, attori, cafè chantant che intanto hanno cominciato ad aprire in Galleria Mazzini. É una zona nuova di ristoranti e ritrovi. (...) scrive Hans Barth (...) meno adatto per signore, specie di sera, è il Restaurant Posta al primo piano, nella Galleria Mazzini, ossia «da Pippo». Durante il giorno molto dignitoso e solenne; la sera, allegro (...) «Gryphus ut has angit / Sic hostes Genua Frangit» Pensiamo a questo ammonimento mentre passiamo dinanzi al Caffè-Concerto Zolezi sotto la galleria,dove canti di sirene e suoni zingareschi vorrebbero attirarci. (...) Era come si vede un mondo piuttosto «allegro» che paragonato ad oggi potrebbe far rimpiangere un pò di vita, almeno un frammento di quella che al principio del secolo fremeva sotto l'alta volta della galleria. Ma chi viveva in questo mondo? Giuseppe Marcenaro nella prefazione al catalogo della mostra “1911-1925 / Genova”, scrive: Da questa gabbia, mirabilia del giochino urbanistico del '70 parte la cultura della città: cafè chantant che solleticano al plasir o birrerie. Di tutti il «Caffè Roma», exemple solemne de gloire letteraire, trasogna.(...) Gente notturna quelli della galleria: momento di fascino. Più tardi l'avrebbero detti di una scapigliatura minore, alla genovese, come d'ogni altra cosa minore. (...) Ceccardi gridava in galleria. Così la leggenda. Più in là l'orchestrina delle dame alla «Birreria Zolezi» (...) Grigia come il pipistrello, la galleria è in salita: anche allora si passeggiava male. Più su, verso metà, Ricci, il libraio. (...) D'Annunzio sbraita, Martini insinua, Nomellini dipinge. La galleria è il centro della vita: l'universo poggia sui suoi vetrini grigliati filtrati dalla scatologia colombosa. (...) si conservano le polveri domestiche: sui muri della galleria cent'anni di caligine posata sulle pareti: il popolo dell'incomodo graffietta le lesene posticce sui palazzi. Sotto si muove la gente. Quando piove anche, scansando i laghi della volta che perde: è più bagnata dentro che fuori. (...) In Galleria Mazzini era la Libreria Editrice Moderna di Giovanni Ricci. (...) nota come convegno. Ivi si dava persino appuntamento ai colleghi che venivano a Genova. Ricorda Alessandro Varaldo: (...) In quell'epoca la libreria non fu più il regno degli studenti e dei poeti scapigliati, ma di tutto il fior fiore della cultura genovese. (...) Giovanni Ricci fondò quella Collana Genovese – alla quale modestamente ho contribuito con Genova sentimentale – e che fu accolta a braccia aperte. (...)

• aa.vv., Genova. 60 schede sulla storia e lo sviluppo urbano di Genova, 1978: (...) è un opera tipica del modo di concepire gli spazi urbani nel secolo scorso, a metà tra la soluzione urbanistica e l'arredo urbano. (...)

• E. Poleggi (a cura di), Genova. Guida di Architettura, 1998, ed. Umberto Allemandi: SCHEDA 66. GALLERIA MAZZINI (Carlo Bertelli). Nella realizzazione di via Roma (1860-77), tra i maggiori interventi dell'Ottocento, si assiste per la prima volta a un evento unitario con una banca come appaltatore e procedure molto avanzate. Si attua ai margini della città più popolare, sull'area del convento di San Sebastiano soppresso nel 1866: la tipologia a blocco degli edifici della strada dà luogo a un passage vetrato che trasforma i retri degli edifici in un doppio prospetto urbano, risistemando in tal modo anche gli edifici privi di accesso stradale. La copertura metallica vetrata, conclusa da due cortine colonnate a due ordini di serliane, vede l'inserimento di cupole rette da grandi aquile metalliche in corrispondenza dei distacchi, così che l'arredo giocato tutto sugli elementi di illuminazione (i grandi lampadari che dal centro delle cupole giungono fin sotto ai piani nobili, e le appliques a livello delle botteghe) si integra con la struttura, dando luogo a un ambiente urbano di grande compostezza. Il contesto di mercato venutosi a creare consegue direttamente alla sua natura di passage nel tentativo di trasformarlo in luogo di incontri eleganti, in un ricettacolo di locali del «dopo spettacolo» per l'attiguo teatro Carlo felice, in un luogo «intellettualmente pericoloso» in cui lo scontro fra wagneriani e antiwagneriani può anche dar luogo a pistolettate. Chiuso il teatro dopo il frastuono dell'ultima guerra, il passage si richiude nella sua condizione di retro, ospitando piccole mostre librarie nel tentativo di rivitalizzarne il percorso. La riapertura del teatro consente oggi alla galleria una nuova occasione di vitalità.

• M. Lamponi (a cura di), Genova tra Ottocento e Novecento. Album storico-fotografico, Vol I, 2006, Nuova Editrice Genovese, pp. 112-114: [fot. 146-147] Un anno dopo l'apertura di via Roma si iniziò a costruire Galleria Mazzini ed in meno di due anni era pronta a diventare il vero salotto di Genova. Per farne brevemente la storia ricordiamo che nel 1874, con Regio Decreto, veniva dichiarato di pubblica utilità il progetto presentato dai fratelli Bonino per la costruzione della galleria. “Forse proprio per il carattere schivo dei genovesi – scrisse Bianca Maria Vigliero – l'inaugurazione non ebbe una grande risonanza nelle cronache dell'epoca e la Galleria non fu mai famosa come quella di Milano, ma visse molte vicende politico-culturali, legate storicamente alla vita della città, soprattutto fino agli anni Venti del Novecento...”. In quegli anni fu frequentatissima poiché sede delle Poste centrali e per i bellissimi locali che vi erano sorti nel frattempo, tra i quali ricordiamo la “Birreria Zolezi”, che per prima esibì un'orchestra tutta composta da donne, il ristorante “Pippo Luce” ed il “Caffè Roma”. Quest'ultimo era frequentato da clienti di riguardo quali Anton Giulio Barrili, Stefano Canzio, Arnaldo Vassallo (il famoso “Gandolin”), ma il locale raggiunse la sua massima notorietà quando presero a frequentarlo i giornalisti Giuseppe Canepa e Carlo Panseri, i poeri Montale e Sbarbaro, lo scultore Bassano e lo scrittore Ceccardo Roccatagliata Ceccardi. Proprio la chiusura del “Roma”, sul finire degli anni '20, spense notevolmente la vita della galleria, ma a ciò contribuì anche il trasferimento in via Boccardo delle Poste centrali. [fot. 149]Si tratta della prima edizione della Fiera del Libro che si tenne in Galleria Mazzini nel 1926. (...)

Foto allegate

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Ultimo aggiornamento 26 Ottobre 2022